In questi giorni ho partecipato, a San Paolo – in
Brasile – di un incontro avuto tra persone della Economia di Comunione – un
movimento eterogeneo e dinamico il cui obiettivo è la vita di comunione che
genera idee e progetti, del quale prendono parte giovani universitari,
professori, consulenti, imprenditori e diversi altri attori sociali.
I partecipanti arrivavano da diverse regioni brasiliane. Nei raduni plenari e nei
gruppi si cercava d´identificare le strategie per un nuovo periodo del
movimento in Brasile.
I giovani e le persone mature scambiavano idee e
esperienze: tutti davano enfasi al protagonismo dei poveri – questi, la causa
della inspirazione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, la
quale - nel 1992 - in Brasile, ha dato inizio al Movimento di Economia di
Comuione oggi di espressione multinazionale.
L´incontro ha durato due giorni e
mezzo, il sufficiente perchè si potessi riflettere sulle seguenti questioni:
a) Processo di sostentamento della “cultura
di comunione”: divisione di talenti, idee, informazioni e anche di
esperienze tra attori sociali, professionisti, imprenditori e giovani universitari;
b) Relazioni fraterne di reciprocità fra i membri dell´EdC
– e le sue esperienze di sostegno reciproco nelle difficoltà trovate;
c) Scelta personale e strutturante per i poveri, tenuta come
porta di entrata per quelli che desiderano aderire al movimento EdC: includersi
fra quegli che soffrono la povertà nel mondo.
La metodologia scelta è quella di
seguire
assieme. In questo senso ricordono che i primi cristiani erano i
seguitori di Gesù, quegli che camminavano con lui per la strada.

Non ci sono condizioni affinchè
una persona partecipe dell´EdC. Basta che lei soffra la realità dei poveri, che
soffra per questo mondo in cui si cercano le vie di cambiamento. L´EdC ha scelto il gesto effettivo di abbraciare,
con i poveri, la sua propria causa.
Il focolarino Juan Steban, un
argentino collaboratore della Porticus presente nello incontro, ha commentato
che il capitalismo genera un “effetto ambulanza”: fa le sue vittime ed i
progetti assistenziali le vano raccogliendo per la strada.
Diceva: l´elemento del cambio é il lavoro. Questo significa uscire dalla
pratica di programmi di trasferimento di redditi condizionati – i quali scoraggiano
la cultura del lavoro – ed ellegere la creazione di posti di lavoro. E concludeva: il
più importante da fare è generare delle opportunità degne di lavoro assieme a quelli
che sono rimasti indietro.
Ancora Juan Steban: C`è
sempre un grande impatto sociale quando si affronta i fattori di destabilizzazione
generati per la mancanza di lavoro. Cosicché viene facilitato il rafforzamento della
cittadinanza e dei diritti dei cittadini. Armando Tortelli, presidente
della ANPECOM (ii) era d´accordo: Abbiamo
bisogno di fare di più la comunione e di meno l´economia, come ha suggerito Emmaus, presidente
del Movimento dei Focolari.

una imprenditrice che mi ha parlato del progetto che svolge: prima lei andava a visitare le donne prigioniere per offrirle qualche appoggio. Ora, dopo un rapporto construito durante le visite, stanno preparando assieme un progetto di lavoro per quando loro usciranno dalla prigione.
Il mio cuore si è riempito di gioia e di
rinnovata Speranza nella convivenza con quelle persone. Uscirò alla ricerca di
altre sperienze che illustrino quello che ho ascoltato e osservato appresso i seguaci
della cultura di comunione in quel denso viaggio.
Fonte delle imagine: fotografie fate
durante l´evento – archivio del blog.
i - www.edc-online.org/br
ii - www.anpecom.com.br - Associação Nacional por uma Economia de Comunhão.
ii - www.anpecom.com.br - Associação Nacional por uma Economia de Comunhão.
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