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AFFARI & COMUNIONE

24 setembro, 2014

In questi giorni ho partecipato, a San Paolo – in Brasile – di un incontro avuto tra persone della  Economia di Comunione  –  un movimento eterogeneo e dinamico il cui obiettivo è la vita di comunione che genera idee e progetti, del quale prendono parte giovani universitari, professori, consulenti, imprenditori  e  diversi altri attori sociali.


I partecipanti arrivavano da diverse regioni brasiliane. Nei raduni plenari e nei gruppi si cercava d´identificare le strategie per un nuovo periodo del movimento in Brasile. 


I giovani e le persone mature scambiavano idee e esperienze: tutti davano enfasi al protagonismo dei poveri – questi, la causa della inspirazione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, la quale - nel 1992 - in Brasile, ha dato inizio al Movimento di Economia di Comuione oggi di espressione multinazionale.

L´incontro ha durato due giorni e mezzo, il sufficiente perchè si potessi riflettere sulle seguenti questioni:


a)      Processo di sostentamento della “cultura di comunione”: divisione di talenti, idee, informazioni e anche di esperienze tra attori sociali, professionisti, imprenditori e giovani universitari;
b)     Relazioni fraterne di reciprocità fra i membri dell´EdC – e le sue esperienze di sostegno reciproco nelle difficoltà trovate;
c)      Scelta  personale e strutturante per i poveri, tenuta come porta di entrata per quelli che desiderano aderire al movimento EdC: includersi fra quegli che soffrono la povertà nel mondo.

La metodologia scelta è quella di seguire assieme. In questo senso ricordono che i primi cristiani erano i seguitori di Gesù, quegli che camminavano con lui per la strada.



Non ci sono condizioni affinchè una persona partecipe dell´EdC. Basta che lei soffra la realità dei poveri, che soffra per questo mondo in cui si cercano le vie di cambiamento. L´EdC ha scelto il gesto effettivo di abbraciare, con i poveri, la sua propria causa.

Il focolarino Juan Steban, un argentino collaboratore della Porticus presente nello incontro, ha commentato che il capitalismo genera un “effetto ambulanza”: fa le sue vittime ed i progetti assistenziali le vano raccogliendo per la strada.  


Diceva: l´elemento del cambio é il lavoro. Questo significa uscire dalla pratica di programmi di trasferimento di redditi condizionati – i quali scoraggiano la cultura del lavoro – ed ellegere la  creazione di posti di lavoro. E concludeva: il più importante da fare è generare delle opportunità degne di lavoro assieme a quelli che sono rimasti indietro.

Ancora Juan Steban: C`è sempre un grande impatto sociale quando si affronta i fattori di destabilizzazione generati per la mancanza di lavoro. Cosicché viene facilitato il rafforzamento della cittadinanza e dei diritti dei cittadini.   Armando Tortelli, presidente della ANPECOM (ii) era d´accordo: Abbiamo bisogno di fare di più la comunione e di meno l´economia, come ha suggerito Emmaus, presidente del Movimento dei Focolari.


Ho visto molti giovani, li presenti, incantati con il cambiamento di paradigma. Sono stata vicina a
una imprenditrice che mi ha parlato del progetto che svolge: prima lei andava a visitare le donne prigioniere per offrirle qualche appoggio. Ora, dopo un rapporto construito durante le visite, stanno preparando assieme un progetto di lavoro per quando loro usciranno dalla prigione.

Il mio cuore si è riempito di gioia e di rinnovata Speranza nella convivenza con quelle persone. Uscirò alla ricerca di altre sperienze che illustrino quello che ho ascoltato e osservato appresso i seguaci della cultura di comunione in quel denso viaggio.




Fonte delle imagine: fotografie fate durante l´evento – archivio del blog.


i - www.edc-online.org/br 
ii - www.anpecom.com.br - Associação Nacional por uma Economia de Comunhão.






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