Il riconosciuto scrittore e teologo Leonardo Boff ci offre con arguzia e sapiente profondità una visione dei tempi oscuri che viviamo in Brasile, pieni di interrogazioni e di indegnazione.
Lui stesso avrà percepito quanto era importante questa sua lettura congiunturale, giacché ci offre anche una versione del suo articolo in italiano. Così, la riproduciamo qui.
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Leonardo Boff*
In
Brasile si sono spalancate le finestre dell’inferno
C’è
una costatazione innegabile riguardo al Brasile: in molti settori è in corso
un’alluvione di odio, di offese, di parolacce di ogni specie, di distorsioni,
di pregiudizi e di migliaia e migliaia di fake
news, che in gran parte hanno contribuito alla vittoria elettorale
dell’attuale presidente. Ci sono ancora utenti di YouTube che falsificano la
realtà, mescolano parolacce a burle di cattivo gusto e spregevole moralismo,
materiale da processo giudiziario.
‘Comunista’
e ‘socialista’ sono diventati epitesi accusatori. Nemmeno si definisce loro
reale significato come se stessimo ancora in piena Guerra Fredda di cinquanta fa.
Contando anche uno dei ministri di mentalità ristretta, tanti inviano i loro
oppositori a Cuba, nella Corea del Nord o in Venezuela. La maggioranza non ha
letto nemmeno qualche pagina della Teologia della Liberazione, fatta da un
marxista. Ignorano il loro proposito basilare: la opzione per i poveri e per la
loro liberazione, cioè a favore della maggioranza dell’umanità che è povera.
Insomma,
respiriamo un’aria avvelenata. Molti mostrano una completa mancanza di
educazione e di degrado dell’intelligenza. In campagna elettorale questa rabbia
rispolverata è uscita dall’armadio. E’ stata rinforzata la violenza
preesistente, legittimando la violenza contro i nativi, contro gli abitanti dei
‘Quilombos’, contro i negri e le negre, specialmente per LGBTI e loro
oppositori.
Abbiamo
bisogno di capire il perché di questi spropositi che fanno ammattire. Ci
illuminano due interpreti del Brasile con discorso pertinente, Paolo Prado, Retrato do Brasil: Ensaio sobre a tristeza brasileira (1928) - Ritratto
del Brasile: Saggio sulla tristezza brasiliana - e Sérgio Buarque de Holanda: Raízes do Brasil (1936) - Radici
del Brasile, nel
suo capitolo V, a proposito dell’uomo cordiale.
Ambedue
hanno qualcosa in comune come osserva Ronaldo
Vainfas, perché “tentano di decifrare
il carattere brasiliano a partire dalle loro emozioni” (Intérpretes do Brasil - Interpreti del
Brasile - Vol.II, 2002, p.16). Ma nel senso contrario. Paolo Prado è profondamente pessimista analizzando il brasiliano riguardo
la lussuria, l’avidità e la tristezza. Sérgio
Buarque de Holanda fa delle differenze per quel che riguarda la cordialità.
Il
contributo brasiliano alla civiltà sarà la cordialità. Daremo al mondo “l’uomo cordiale, l’eleganza nel tratto,
l’ospitalità, la generosità, virtù tanto elogiate dagli stranieri che vengono a
visitarci e che rappresentano di fatto una traccia definita del carattere
brasiliano” (p.106). Ma subito osserva: “Sarebbe
un inganno immaginare che queste virtù possano significare buone maniere,
civiltà” (p.107). E continua: “L’inimicizia
può essere altrettanto cordiale come l’amicizia, visto che l’una e l’altra
nascono dal cuore” (p.107- Nota 157).
Sappiamo
che dal cuore emergono sia l’amore che l’odio. La tradizione psicanalitica ci
conferma che lì impera il regno dei sentimenti. Penso che definiremmo meglio il
carattere del brasiliano se sostenessimo che il suo progetto fondamentale non è
la ragione, ma il sentimento. Questo
è contraddittorio: si può esprimere come amore e anche come odio virulento.
Poiché
questo lato duale della ‘cordialità’,
detto più chiaramente del ‘sentimento’
ambiguo del brasiliano, oggi ha messo le ali e ha occupato menti e cuori. Ha
dominato “la mancanza di buone maniere e
civiltà”.
Basta
aprire i sites, il Twitter, il Facebook e YouTube, per
constatare che le finestre dell’inferno si sono aperte in concomitanza. Da lì
sono usciti i demoni, dividendo le persone, offendendo personaggi benemeriti come
il medico Drauzio Varella e il
riconosciuto e mondialmente apprezzato educatore Paulo Freire. La parola di uno screanzato occupa lo stesso spazio
riservato al Papa Francesco o al Dalai Lama.
Ma
questo è soltanto il lato oscuro del sentimento brasiliano. C’è il lato
luminoso, enfatizzato come detto sopra da Sérgio
Buarque de Holanda e anche da Cassiano
Ricardo. Dobbiamo riscattarlo per non essere obbligati a vivere in una
società di barbari in cui nessuno riesce a convivere umanamente e in modo
civile.
Non
c’è motivo di perdere la speranza. Perfino la condizione dell’universo stesso è
fatta di ordine e disordine (caos e cosmos), le culture possiedono il loro lato
sim-bolico e dia-bolico e ogni persona umana è abitata da una pulsione di vita (eros) e dalla pulsione di morte (thanatos). Questo
fatto non è un difetto di creazione. E’ la condizione naturale delle cose. Le
religioni, le etiche e le civiltà sono nate per dare egemonia alla luce sulle
tenebre, al fine di impedire che ci divorassimo uno all’altro. Conclude il pessimista
Paulo Prado: “La fiducia nel futuro non può essere peggiore che quella nel passato”
(p.98). Siamo d’accordo.
Ci
ispira un verso di Agostinho Neto, leader
della liberazione di Angola: “Non basta che sia pura e giusta la nostra
causa. Sarà necessario che la purezza e la giustizia esistano dentro di noi”.
(Poemas de Angola,1966, 50).
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Fonte
del testo: https://leonardoboff.wordpress.com/2019/02/08/in-brasile-si-sono-spalancate-le-finestre-dell'inferno/
Versione italiana: Romano Baraglia e Lidia Arato.
* Leonardo Boff
ha scritto “Riflessioni di un vecchio teologo e pensatore",
Vozes, 2019. Da pubblicare in Italia.
Vozes, 2019. Da pubblicare in Italia.
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Crediti delle immagine:
1. Immagine iniziale - uomo-e-mare-ow4aaolum.jpg, reprodotta dal site Leonardo Boff, in questo articolo.
2. La seca - escultura di Abelardo da Hora.5. L'aquila e la sua preda - Youtube.com
3. L'aquila e sua preda - YouTube.com
4. Ritratto dell'angolano Agostinho Neto in:
http://www.jornalcultura.sapo.ao/eco-de-angola/o-discurso-ecletico-de-agostinho-neto/fotos.
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