Dopo la tragedia di Amatrice, ho ricevuto un commento fato dall´Economista Luigino Bruni, Economista e storico del pensiero economico, con interessi in filosofia e teologia, personaggio di rilievo dell'economia di comunione e dell'economia civile.[1] Editorialista di Avvenire, è ordinario di economia politica alla LUMSA dopo aver ricoperto fino al 2012 il ruolo di professore associato all'Università di Milano-Bicocca.
Ecco il testo di Luigino Bruni:
Insieme a Stefano Zamagni, è promotore e cofondatore della SEC - Scuola di Economia Civile (www.scuoladieconomiacivile.it).
La sua visione sulla tragedia accaduta in Italia è al tempo stesso realista e confortante, anche per me, per esempio, che sono nata in una regione che periodicamente, come ora, è assolata dalla siccità che attinge in modo speciale la popolazione impoverita all´interno del Nord Est brasiliano. Ecco il testo di Luigino Bruni:
“Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto” .(1 Re, 19).
Quel campanile della chiesa di Amatrice che segna le 3.36, è un’immagine forte per dire che cosa è accaduto questa notte. Quel minuto è stato l’ultimo minuto per le tante vittime, sarà un minuto ricordato per sempre perché inciso nella carne e nel cuore dei loro famigliari, e sarà ricordato dal nostro Paese, la cui storia recente è anche una serie di orologi fermati per sempre dalla violenza degli uomini o da quella della terra.

Pensavo che quel tempo misurato
fino alle 3.36 dall’orologio del campanile, che era lì bloccato, morto, era
solo una dimensione del tempo, quella che i greci chiamavano kronos, ma che era solo la superficie,
il suolo del tempo. Nel mondo c’è il nostro tempo gestito, addomesticato,
costruito, usato per vivere. Ma al di sotto c’è un altro tempo: è il tempo
della terra. Questo tempo non-umano, a volte dis-umano, comanda il tempo degli
uomini, delle mamme, dei bambini.

E quando queste notti tremende avvertiamo quel tempo diverso sul quale noi camminiamo e costruiamo la nostra casa, nasce tutta nuova la certezza di essere ‘erba del campo’, bagnata e nutrita dal cielo, ma anche inghiottita dalla terra.

Quei libri ci dicono che nessun Dio, nemmeno quello vero, può controllare la terra, perché anche Lui, una volta che entra nella storia umana, è vittima della misteriosa libertà della sua creazione. Neanche Dio può spiegarci perché i bambini muoiono schiacciati dalle antiche pietre dei nostri paesi, e non può spiegarcelo perché non lo sa, perché se lo sapesse sarebbe un idolo mostruoso.

Tutto è vanità, tutto è un infinito Abele: il mondo è pieno di vittime. Questo lo possiamo sapere. Lo sappiamo, lo dimentichiamo troppo spesso. Queste notti e questi giorni tremendi ce lo fanno ricordare.
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Luigino Bruni scrive sull´Avvenire.
Crediti Immagini
1. Amatrice, prima e dopo - www.si24.it
2. www.internazionale.com-md
3. Siccità Nord Est del Brasile - www.caninde.soares.com/fotojornalismo
4. Inondazine a Palmares - Nord Est del Brasile - www.noticias.uol.com.br
5. Cristo Redentore Illuminato - RJ (Brasile). Foto di Vladimir Platonew - Agência Brasil.In: www.fotospublicas.com
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