La conversazione sembrava continuare il nostro ultimo incontro, nel 2013, quando
lui ci ha visitato. Abbiamo parlato sulle persone com cui conviviamo e sugli
amici con cui manteniamo relazioni, anche se viviamo sparsi per le città del
mondo. Abbiamo
ricordato il periodo in cui, ancora giovani, partecipiamo di progetti comuni,
quando si è iniziata la divulgazione del Movimento dei Focolari in Brasile. Non
ci siamo lamentati del tempo che è passato, e lui ancora continua a stimolare
la mia fidelità ai principi ed alla testimonianza che Chiara Lubich ha legato al
mondo.
Si tratta di Marco Tecilla, il primo ragazzo che, dopo conoscere Chiara ed il primo focolare, è uscito in ricerca di altri giovani, in modo che potessero vivere in comunità nel seguimento del
carisma della unità. All´epoca Marco era um operaio delle vie ferree al nord
Italia. Ha vissuto con dedicazione permanente a quello ideale di vita
fino ad oggi.
Sul site focolares.org.br s´incontra un registro della vita di Marco Tecilla, raccontata da lui stesso alla fine dell´anno scorso, in
Italia, davanti a centinaie di persone rappresentanti dalle comunità locali in
più di cinquanta paesi. Qui sotto, un riassunto della sua storia per quelli che
ancora non la conoscono.
Nel dicembre del 1945, nella città di Trento, al Nord Italia, si viveva i tempi
di guerra. Chiara Lubich – che è rimasta in città per seguire il
nucleo nacente dei focolari – ha visto
che nella piccola comunità del suo intorno c´erano delle persone sotto grandi
restrizioni economiche. Un fatto per lei intolerabile. Sapevamo – racconta Marco – che nei primi
tempi dalle comunità cristiane, "tutto era messo in comune, e fra di
loro non c´erano necessitati”.
E continua: Chiara ci ha parlato della
comunione dei beni e ci ha lanciato una sfida. Non si trattava di vendere tutto
quello che si aveva per dividere con la comunità; suggeriva che ognuno donasse tutto quello di cui si poteva privare, senza causare
danni a si proprio e neppure alla famiglia. Portavamo alla comunità quello che
sentivamo essere più che il sufficiente: abbigliamenti, forniture e soprattuto dei
soldi. Tutti s´impegnavano a contribuire con un valore fisso mensile, ed
era mantenuta la discrizione su il donatore ed il valore donato. Lo scopo era arrivare a che tutti, fra noi, avessimo il
sufficiente da vivere. Con il nostro impegno mensile, all´inizio siamo riusciti
ad aiutare trenta famiglie circa. In questo modo il sufficiente passava dal
crivo della nostra visione di mondo, e del nostro obbligo fraterno con quelli
che vivevano nella comunità.
Chiara era impegnata perchè quella cellula nascente del movimento
potessi contribuire, di forma solida e profonda, con lo svolgimento umano di
quelle persone e, in modo speciale, con l´apprendistato diario dei vallori del Vangelo. Non si tratava di una formazione academica,
ma dell´attenzione continua per la vita in unità: si sceglieva un tratto del
Nuovo Testamento – che ancora oggi chiamiamo “Parola di Vita” – in modo da viverlo durante un determinato
periodo. Così, la Parola di Vita s´inserisce nel nostro quotidiano, per aiutarci
a compiere l´adattamento della nostra condotta alla cultura del Vangelo, nelle
relazioni con gli altri a casa, nel lavoro e fra noi.
La storia della prima comunità del Movimento
dei Focolari si è diffusa in diversi nuclei nati nelle città e nei paesi in cui
quel seme ha fatto sorgere delle altre comunità. Il carisma di Chiara Lubich ha
continuato a sucitare nuovi atteggiamenti di solidarietà fraterna, di
reciprocità e di giustizia sociale, come ancora oggi fra quelli che, sinceramente,
hanno scelto i valori e la pratica di vita che il suo testimone ha legato alla
umanità.
Nel 1958 Marco è arrivato in Brasile –
con Lia Brunet e Ada Ungaro (anche loro italiane), per visitarei il continente
sudamericano, aprendo frontiere perchè –
un´anno dopo – fossero costituite
comunità focolarine nell´America Latina.
Così, ripensando alla vita di Marco –
specialmente nel periodo della sua attuazione in Brasile, assieme a Ginetta
Cagliare, entrambi pionieri dell´ideale di Chiara in quel paese – mi sono accorta di cui tra i primi "apostoli" del Movimento dei Focolari in America Latina, Marco è uno dei pochi che ancora è fra noi. In apprile prossimo farà 89 anos!
Vorrei proporre qui – ai membri dei focolari del Brasile e del mondo – che nel suo compleanno possiamo fargli arrivare un segno, da parte nostra, di una significattiva gratittudine – a lui che ora sarebbe uno dei pochi rappresentanti vivi di tutti quelli che lasciarono la scia del carisma di Chiara e tanti frutti dell´unità fraterna costruita nelle terre latinoamericane.
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