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SULL´ONDEGGIARE DELLA VITA

07 novembro, 2014

A Lela, Verinha e Carlinha,
 nella gioia di essere ancora qui con voi,
e augurando che voi continuate coltivando l´arte di vivere!


Da piccole loro hanno imparato – nell´ondeggiare della rete e nella voce ritmata e soave della madre – ad amare i canti poetici di Toquinho, Vinícius e Chico Buarque  e i versetti salticchianti e vivaci della poetessa Cecília Meireles.

Era piacevole sdraiarsi con loro nella rete, tutte tre prese a me a chiacchierare felici: certa volta abbiamo musicalizzato dei versi di Cecília Meireles, il che ci  ha portato immensa gioia: ancora oggi sappiamo cantare i poemi “L´ecco”  e  “Sia questo o quell´altro”.

Così loro imparavano a conoscere la melodia poetica e la bellezza iconoclasta che ammiravamo nei grandi libri che la mamma appriva perchè conoscessero in trat
to e in bellezza un altra forma di poetare e di cantare la vita.




Più tarde, molto più tarde ho sognato che loro, adesso apprendiste dei 
versi e dei canti di ninnananna per Artur (il nipote che era arrivato)  –  come se fossi in quella terrazza  così ampia e piena di luce della casa di Olinda, come se fossi nella brezza fresca davanti all´alberello che cresceva in giardino, come si stessero  scalze sopra il cemento liscio e freddo, come si adesso potessero slasciarsi intere sopra i cuccini  collorati  del lungo sdraio, e come si ancora potessero vedere la loro stanza dalle grandi  finestre apperte  venivano ora poetare nelle onde della invenzione della memoria, della volontà di innondarsi  un´altra volta d´incanto e di bellezza, perchè la vita si era fatta reale, il lavoro era esigente, le bambine adesso avevano bisogno di rannicchiarsi in poesia e  collore.   











In un primo momento loro hanno deciso di scrivere delle frasi e dei versetti ricordati di allora, e si sono messe a metterli così in pezzi di carttoni di diversi collori, a formare una allegra coperta di ritagli. E copiavano quello che ora sapevano parlare di se... 

Ognuna espressava quello che sentiva e quello che ricordava nel cuore, quello che avevano bisogno di rievocare.





In un secondo momento, vicino alle frasi, illustrando le frasi, loro collavano delle foto dai tempi di allora, che parlavano di quei   
pensieri e li tornavano più belli di rievocare...








In un terzo momento loro cercavano di  scrivere versetti,  robe poetiche ritmate con ternura e bellezza, per dire la gioia di vivere  questa memoria, così rica dalla carezza  dello affetto che hanno avuto nell´infanzia. 


Dopo contemplare quello che avevano fatto, hanno mescolato frasi e versi per creare una composizione finale, quase un manifesto di immagini e di parole, di  sguardi e di sussurri dalla più pura poesia, nella ricerca di esprimere semplicemente quella vita.


Crediti immagini:
     - archivio del blog.







 



































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