nella
gioia di essere ancora qui con voi,
e augurando che voi continuate coltivando l´arte di
vivere!
Da piccole loro
hanno imparato – nell´ondeggiare della rete e nella voce ritmata e soave della
madre – ad amare i canti poetici di Toquinho,
Vinícius e Chico Buarque e i versetti salticchianti
e vivaci della poetessa Cecília Meireles.
Era piacevole sdraiarsi con loro nella rete, tutte tre prese a me a chiacchierare felici: certa volta abbiamo musicalizzato dei versi di Cecília Meireles, il che ci ha portato immensa gioia: ancora oggi sappiamo cantare i poemi “L´ecco” e “Sia questo o quell´altro”.
Così loro imparavano a conoscere la melodia poetica e la bellezza iconoclasta che ammiravamo nei grandi libri che la mamma appriva perchè conoscessero in tratto e in bellezza un altra forma di poetare e di cantare la vita.
versi e dei canti di ninnananna per Artur (il nipote che
era arrivato) – come se fossi in quella
terrazza così ampia e piena di luce
della casa di Olinda, come se fossi nella brezza fresca davanti all´alberello
che cresceva in giardino, come si stessero
scalze sopra il cemento liscio e freddo, come si adesso potessero slasciarsi intere sopra i cuccini collorati del lungo sdraio, e come si ancora potessero
vedere la loro stanza dalle grandi
finestre apperte – venivano
ora poetare nelle onde della invenzione della memoria, della volontà di
innondarsi un´altra volta d´incanto e di
bellezza, perchè la vita si era fatta reale, il lavoro era esigente, le bambine
adesso avevano bisogno di rannicchiarsi in poesia e collore.
In un primo momento loro hanno deciso di scrivere delle frasi e dei versetti ricordati di allora, e si sono messe a metterli così in pezzi di carttoni di diversi collori, a formare una allegra coperta di ritagli. E copiavano quello che ora sapevano parlare di se...
Ognuna
espressava quello che sentiva e quello che ricordava nel cuore, quello che
avevano bisogno di rievocare.
In un secondo momento, vicino alle frasi, illustrando le frasi, loro collavano delle foto dai tempi di allora, che parlavano di quei
pensieri e li tornavano più belli di rievocare...
In
un terzo momento loro cercavano di
scrivere versetti, robe poetiche
ritmate con ternura e bellezza, per dire la gioia di vivere questa memoria, così
rica dalla carezza dello affetto che hanno avuto nell´infanzia.
Dopo contemplare quello che avevano fatto, hanno mescolato frasi e versi per creare una composizione finale, quase un manifesto di immagini e di parole, di sguardi e di sussurri dalla più pura poesia, nella ricerca di esprimere semplicemente quella vita.
Crediti immagini:
- archivio del blog.
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